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Proposta di riforma degli esami di maturità

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Lo scorso 18 settembre, il Governo ha presentato al Senato la propria proposta di riforma in materia di esami di maturita' e di raccordo tra scuola e universita'. Ecco un passaggio interessante della relazione al disegno di legge n. 960/AS:
"La formazione delle commissioni modificata dalla legge 28 dicembre 2001, n. 448 (legge finanziaria del 2002), che ha disposto la costituzione di commissioni con soli membri interni e un presidente esterno nominato per tutte le commissioni operanti in ciascun Istituto.

[...]

La nuova composizione delle commissioni ha reso invece i docenti sempre più autoreferenziali nella valutazione e nel proprio impegno di lavoro.

Venuta meno l'occasione di confrontarsi con contenuti e impostazioni metodologiche diverse dalle proprie, i docenti hanno finito con l'appiattirsi su una didattica ripetitiva, priva di mordente culturale e professionale, oltre che di stimoli per gli studenti, oramai avvezzi purtroppo a dare tutto per scontato.

Tale fenomeno ha mostrato aspetti ancora più inquietanti nelle scuole non statali, nelle quali i docenti sono stati sottratti ad ogni forma di confronto, verifica ed anche controllo della propria attività.

Ancora più difficile si è rivelato il compito del presidente, il quale, dovendo attendere al governo di un numero molto più elevato di commissioni, coincidente con tutte quelle operanti nella stessa sede d'esame (in molti casi anche più di 15), ha finito con l'assumere un ruolo quasi notarile di registrazione e autenticazione burocratica degli atti d'esame.

La nuova formazione delle commissioni tutte interne ha favorito inoltre, nelle scuole non statali, il fenomeno delle abbreviazioni per merito. Studenti - in certi casi addirittura di intere classi - del penultimo anno di corso sono stati ammessi all'esame di Stato con una valutazione di otto decimi in ciascuna disciplina, senza avere quasi mai alle spalle un regolare corso di studi.

Altrettanto inquietanti i risultati finali che, negli ultimi quattro anni, hanno subìto una impennata nelle percentuali dei candidati dichiarati promossi.

Si è cioè passati dal 91,70 per cento del 1999, dal 94,30 per cento del 2000 e dal 95,8 per cento del 2001 (ultimo anno della composizione mista delle commissioni), al 97 per cento del 2002, fino al 97,8 per cento del 2005.

L'attuale composizione delle commissioni giudicatrici, come si evince dalle situazioni e dai dati sopra riportati, ha inciso negativamente sulla dignità e sulla credibilità dell'esame di Stato, che da qualche anno viene celebrato quasi come un rito stanco."

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